In cerca di fortuna

10/09/2006

Pillolone /2

Come vi dicevo questo mese (anzi, questi 40 giorni oramai) mi ha un po' cambiato. E questo cambiamento meritava un post a parte.

In questo mese mi sono chiesto più volte "Ma sono in grado? Posso reggere la pressione di vivere da solo, di rinunciare alle mie abitudini e di intraprendere con le mie sole forze un percorso?"

Non potete immaginare quante volte ho pensato che non ho le palle e la necessaria fiducia in mé stesso per aprirmi una strada. Quante volte sono stato tentato di prendere il primo aereo e scappar via! Quante volte mi sono chiesto "ma che cazzo ci faccio qua?"

In fin dei conti in Italia ho tutto quello che mi serve per vivere degnamente!

Bene, ogni volta quel pensiero di fuga l'ho cacciato, con l'unico argomento che avevo dalla mia parte: l'orgoglio e l'autostima. L'orgoglio di non rinnegare la mia scelta, l'orgoglio di non voler perdere. E l'autistima che mi sarebbe scesa sotto i piedi se fossi tornato in Italia per semplice paura. Senza neppure averci provato sul serio.

Ecco, per questo vi dico che se anche domani io tornassi "sconfitto", cioè a mani vuote, ugualmente voglio tornare vincitore. Voglio almeno tornare con la consapevolezza di aver fatto tutto quello che potevo, di non essermi tirato indietro e magari di non esserci riuscito solo perché era uno scenario perdente.

A quel punto tornerei sapendo di essere una persona in grado di sostenere una responsabilità, di poter essere padre, di sostenere l'ignoto, in grado di costruirmi il futuro senza che nessuno lo costruisca al posto mio.

E soprattutto, in grado e in diritto di avere ambizioni.


Le ambizioni.... altro motivo per cui sono qua.

Se mai esiste la possibilità di poter raggiungere negli anni un tenore di vita impensabile in Italia, questa esiste in India. O in un paese emergente come l'India. Penso ad un tenore di vita tale da poter mandare i miei figli nelle migliori scuole del mondo, che permetta di alzare in modo esponenziale la soglia dell'irrilevante. Capiterà? Non capiterà? Le probabilità sono poche, è chiaro, ma perché non provarci? In fondo cosa ho da perdere?

Ma qua scatta la domanda più importante.
E' davvero quello che voglio?

Voglio avere un tenore di vita molto alto?
Oppure voglio solamente appagare il mio ego?

Ecco, la vera risposta è senza dubbio la seconda.
Sinceramente a me della ricchezza fine a sé stessa importa davvero poco, ma quello che mi dà sui nervi è la passività. La sottomissione ad un futuro "scritto".

Io voglio morire con la consapevolezza di aver preso la vita per le palle, di aver imparato a nuotare in un mondo dove in fin dei conti bastava anche galleggiare. Ho sempre odiato subire gli eventi; da qua la scelta, il colpo di scena: la consapevolezza della libertà totale e la voglia di uscire dal pollaio dove mi sentivo.

E se tornerò a mani vuote, pace.
Ci ho provato. Non avrei potuto vivere serenamente se non l'avessi fatto.