In cerca di fortuna

9/09/2006

Sabato due settembre

Recuperato il bagaglio e svolto le varie formalità burocratiche, esco nell’area pubblica, dove vengo identificato immediatamente dall’autista del signor B., che sta sventolando di fronte a me un grosso cartello con scritto il mio nome, senza errori. Non dimenticherò mai le primissime sensazioni avute appena uscito dalla zona ad aria condizionata. Un gran caldo, umido, umidissimo, ed una pioggia torrenziale, e un miscuglio indecifrabile di odori, e un caos di persone che stavano attendendo davanti al portone dal quale ero uscito. Provo a presentarmi, ma dopo una fugace stretta di mano, l’autista prende il mio carrello e mi fa cenno di seguirlo. Immediatamente altre due o tre persone iniziano a seguirci sotto la pioggia battente, con la speranza di poter aiutare col bagaglio per avere in cambio qualche soldo. Naturalmente la pioggia torrenziale termina qualche secondo dopo esser entrati in macchina. L’autista è stato di pochissime parole per tutto il viaggio. Ho provato ad attaccargli bottone in vari modi, ma non c’è stato verso. Penso non fosse così entusiasta della missione notturna che gli avevano affidato.

All’arrivo, dopo quasi un’oretta di macchina, vengo accolto dalla moglie del signor B., U.. Appena mi vede si apre in uno splendido “welcome” e mi abbraccia calorosamente. Io, colto alla sprovvista da tanto affetto, e consapevole di non essere il massimo dell’igiene, dopo circa 20 ore di viaggio, rimango un po’ rigido. Parliamo per qualche minuto in sala. Io mi scuso per l’orario che l’ha costretta ad alzarsi così presto, mentre lei si affretta a precisare che devo considerarmi come a casa mia, come un membro della famiglia. Dopo pochi minuti incontro anche il signor B., S.B., un uomo distinto e carismatico come non ne avevo mai conosciuti prima. Rimango stupito di quanto poco avessi immaginato questo momento prima che accadesse, da come sarebbe stata la loro accoglienza ai loro stessi volti. In ogni modo, qualunque aspettativa avessi potuto avere, sarei ugualmente rimasto sorpreso, perché era una situazione semplicemente impossibile da prevedere.

La signora U. è una donna di una dolcezza e di una gentilezza infinita e mi ha letteralmente disarmato. Così come suo marito S., che alla gentilezza unisce la franchezza e la lucidità delle persone positive e abituate a prendere decisioni. Vista l’ora naturalmente trascorriamo pochi minuti insieme, giusto il tempo di presentarci e poco di più. Mi hanno dato la camera di fronte alla loro. E’ della figlia minore, che adesso vive a New York. Mi addormento verso le 6.30 osservando incuriosito le sue foto vicine al letto.