In cerca di fortuna

9/11/2006

Dal tre al sette settembre

Ho riflettuto un po' sulla natura di questo blog e non credo affatto che la forma del diario di viaggio sia la migliore. Naturalmente i post fatti rimangono, ma da ora in poi sarà più un racconto di emozioni casuali che una cronistoria di quel che mi succede. E' pur vero che anche alle emozioni dovrò mettere un filtro, perché per ora è stato tutto un susseguirsi di novità di varia natura.

Ho visto un po' di Mumbai, grazie ad una guida "in italiano" simpaticissima, anche se l'Italiano ahimé lo sapeva davvero poco. Insomma, passo la giornata con questa ragazza, indiana musulmana di 29 anni, ma ne dimostrava almeno 7-8 di meno, che mi fa fare un tour divertente: stazione Vittoriana, cimitero dei Parsi, lavanderia all'aperto (5000 persone a lavare i panni e ottenevano un bianco incredibile!), giardini pensili, Gateway of India, un paio di panoramiche e, ciliegina sulla torta, dopo mia insistenza perché non era prevista dal tour, la moschea sul mare. Che è raggiungibile solo nei momenti di bassa marea. La ragazza mi chiede se può lasciarmi da solo una decina di minuti per andare a pregare. Ne approfitto per fare un giro del luogo. Mi tolgo le ciabatte (marcate Versace in bella vista) per entrare dentro. Ero l'unico turista, e per rispetto verso quelli che pregavano ho preferito rimanere ai bordi per pochi secondi. Sono uscito e sono sceso nella scogliera sul mare subito dietro la moscha. Suggestivo, davvero suggestivo. Non trovo altri aggettivi.

Il resto dei giorni a Mumbai li ho passati per metà negli uffici del signor B., dove potevo connettermi per lavorare e per metà a spasso per i quartieri vicini ad assistere alle varie celebrazioni del Dio Ganesha, culminate il mercoledì con un'incredibile massa di devoti che portava le proprie statue del Dio verso il mare, cerimonia centrale dell'evento.

La cosa divertente è che come un pazzo mi sono avventurato lungo l'itinerario di questi devoti fino ad arrivare io stesso alla spiaggia dei pescatori dove alcuni portavano le statue, con un megafono che mandava a nastro continuo una preghiera in hindi al Dio. Suggestivo... anche se purtroppo, o per fortuna, mi sono perso l'orario "di punta" della manifestazione, perché dovevo tornare in tempo per la prevista cena giapponese all'Hilton hotel di Mumbai, dove si sarebbe celebrato il compleanno del fratello del signor B., A.

Poi il giovedì sono andato in Aereo a Madras, che però ora si chiama Chennai.
Ma ne racconterò alla prossima occasione.