In cerca di fortuna

10/24/2006

Certo che Mumbai...

... è proprio strana.

Ieri il tassista che mi ha portato al World Trade Center per evitare un semaforo ha fatto una strada che non conoscevo che praticamente è sbucata in una piccola bidonville. Non era proprio una bidonville, però di certo non era gente che se la passa alla grande. Centocinquanta metri prima del WTC, che come sempre è bello, ricco, elegante e pulito. E' una cosa a cui davvero non riesco ancora ad abituarmi, dico anche esteticamente. Essere a Mumbai è come essere sulle montagne russe, le montagne russe della vista e dell'olfatto (dell'udito no, perché il sottofondo di clacson è praticamente monocorde per tutta la città).

L'olfatto poi è un senso che ancora devo capire se me lo sto bruciando del tutto.
Praticamente è sempre "in funzione", non esiste centimetro cubo d'aria che non sia pregno di qualche odore, dalla puzza di smog a quella di fogna a quella di spazzatura. E poi ti sorprendi due metri dopo con l'odore del curry, delle spezie, della frutta, del fritto delle bancarelle.
All'inizio era una situazione ubriacante, ma oramai quegli odori non pungono più.
Il naso è in sciopero, credo.

Non riesco neppure più ad annusare le ascelle della mia camicia. Giuro! Non riesco neppure più a capire quando i vestiti sono da lavare. E questo non è bello. :-)

Format I:

Sebbene molto spesso non condivida quello che scrive, stavolta credo fermamente che Beppe Grillo abbia ragione. L'Italia è un paese senza futuro, con una classe dirigente miope e meschina che è riuscita a narcotizzare i cittadini.

Un paese a democrazia limitata, drogato da una lotta politica che non ha mai, mai avuto la minima intenzione di migliorare l'Italia. Una classe politica che è solo riuscita a dividere, a lacerare e ad esacerbare gli animi. Un parlamento bipartizan di drogati, di bugiardi, di corrotti e di mafiosi. Ci hanno fatto votare con una legge elettorale schifosa che ne ha sostituita una altrettanto schifosa. I primi posti nelle liste hanno sostituito i vecchi collegi sicuri, ma il risultato è sempre lo stesso: i loro strapagati culi nullafacenti restano li', a danneggiare l'Italia ogni giorno che passa. Questa gente ci vergogneremmo anche ad invitarla a cena, eppure è li'. A discutere di cazzate mentre l'Italia si impoverisce ogni anno che passa.

Lo ammetto, anch'io fino a pochi anni fa mi sono fatto prendere dal giochetto "pro-Berlusconi"/"contro-Berlusconi", che praticamente ci ha rincoglioniti tutti per dodici anni, giochetto che ha permesso ad entrambe le parti politiche di fare le più grandi schifezze immaginabili. Bisogna uscire da questo diktat e far capire che in Italia c'è un partito trasversale, che di Berlusconi o di Prodi non gliene frega più un cazzo e che vuole un paese più moderno, più unito e con un minimo di futuro davanti a sé.

Poi uno si chiede perché cerco fortuna dall'altro capo del mondo...

10/23/2006

Sospiro di sollievo...

Premessa:
Uno dei pilastri su cui si basa tutto il viaggio e' un un telelavoro italiano part-time che posso fare via internet pure da qua e che mi paga una cifra sufficiente per potermi mantenere senza problemi (e senza pressioni) in India. Questo lavoro e' il piu' precario che si possa immaginare. Tre mesi di contratti rinnovabili volta volta.
E domani scadeva l'ultimo.
E nessuna notizia sul rinnovo.

Oggi, ultimo giorno di speranza, arriva l'email tanto attesa.
Il contratto lo rinnoviamo, ma solo per 2 mesi. Fino al 24 dicembre.

Potro' star qua altri 2 mesi insomma. Altri due mesi per capire e darsi da fare. I primi due praticamente li ho persi correndo dietro ai discorsi e alle promesse della gente. Forse e' il caso che inizi a fare di testa mia. Ad ogni modo oggi ho davvero rischiato di tornare a casa.


Domani sara' l'ultimo giorno di festa nazionale per il Diwali.
E' il loro capodanno. E speriamo sia un buon anno.
Buon Diwali a tutti.

10/17/2006

Un gol, mi basta un solo gol.

Dopo 46 giorni il risultato parziale è questo:

eMMe - Nuova Vita 0-3

Il terzo gol l'ho appena subito.
E' stato un bel gol, spettacolare. Su contropiede.

Adesso la cosa più difficile sarà dimenticarselo in fretta.
E ricordarmi che in fondo a me ne basta solo uno.

10/09/2006

Pillolone /2

Come vi dicevo questo mese (anzi, questi 40 giorni oramai) mi ha un po' cambiato. E questo cambiamento meritava un post a parte.

In questo mese mi sono chiesto più volte "Ma sono in grado? Posso reggere la pressione di vivere da solo, di rinunciare alle mie abitudini e di intraprendere con le mie sole forze un percorso?"

Non potete immaginare quante volte ho pensato che non ho le palle e la necessaria fiducia in mé stesso per aprirmi una strada. Quante volte sono stato tentato di prendere il primo aereo e scappar via! Quante volte mi sono chiesto "ma che cazzo ci faccio qua?"

In fin dei conti in Italia ho tutto quello che mi serve per vivere degnamente!

Bene, ogni volta quel pensiero di fuga l'ho cacciato, con l'unico argomento che avevo dalla mia parte: l'orgoglio e l'autostima. L'orgoglio di non rinnegare la mia scelta, l'orgoglio di non voler perdere. E l'autistima che mi sarebbe scesa sotto i piedi se fossi tornato in Italia per semplice paura. Senza neppure averci provato sul serio.

Ecco, per questo vi dico che se anche domani io tornassi "sconfitto", cioè a mani vuote, ugualmente voglio tornare vincitore. Voglio almeno tornare con la consapevolezza di aver fatto tutto quello che potevo, di non essermi tirato indietro e magari di non esserci riuscito solo perché era uno scenario perdente.

A quel punto tornerei sapendo di essere una persona in grado di sostenere una responsabilità, di poter essere padre, di sostenere l'ignoto, in grado di costruirmi il futuro senza che nessuno lo costruisca al posto mio.

E soprattutto, in grado e in diritto di avere ambizioni.


Le ambizioni.... altro motivo per cui sono qua.

Se mai esiste la possibilità di poter raggiungere negli anni un tenore di vita impensabile in Italia, questa esiste in India. O in un paese emergente come l'India. Penso ad un tenore di vita tale da poter mandare i miei figli nelle migliori scuole del mondo, che permetta di alzare in modo esponenziale la soglia dell'irrilevante. Capiterà? Non capiterà? Le probabilità sono poche, è chiaro, ma perché non provarci? In fondo cosa ho da perdere?

Ma qua scatta la domanda più importante.
E' davvero quello che voglio?

Voglio avere un tenore di vita molto alto?
Oppure voglio solamente appagare il mio ego?

Ecco, la vera risposta è senza dubbio la seconda.
Sinceramente a me della ricchezza fine a sé stessa importa davvero poco, ma quello che mi dà sui nervi è la passività. La sottomissione ad un futuro "scritto".

Io voglio morire con la consapevolezza di aver preso la vita per le palle, di aver imparato a nuotare in un mondo dove in fin dei conti bastava anche galleggiare. Ho sempre odiato subire gli eventi; da qua la scelta, il colpo di scena: la consapevolezza della libertà totale e la voglia di uscire dal pollaio dove mi sentivo.

E se tornerò a mani vuote, pace.
Ci ho provato. Non avrei potuto vivere serenamente se non l'avessi fatto.

10/06/2006

Pillolone /1

Ancora non vi ho raccontato praticamente niente dei miei pensieri, dei dubbi (tanti), delle certezze (poche). Dei pensieri che mi hanno portato qua e di quelli che si sono creati durante questo mese.


Sono più di 30 giorni che sono in giro per l'India. 30 giorni che mi hanno in parte cambiato, o meglio, hanno accelerato un certo processo di cambiamento che in Italia era appena partito. Questo viaggio ormai lo sto sentendo sempre di più come un momento di svolta. Non importa come finirà, se avrò fortuna o se tornerò a mani vuote. Importa solo come reagirò io. E' diventata una sfida vera con me stesso, una sfida dai mille significati. Sapevo di andare in contro ad un cambiamento voluto, certo, ma sinceramente non ne avevo percepito del tutto la portata al momento della mia decisione.


Andiamo per gradi però, partiamo dai pensieri che mi hanno portato in India.

Ho quasi 30 anni, il tempo di giocare è finito e la voglia è quella di costruire l'eMMe dei prossimi 30 anni. Perché l'India? Perché è un paese emergente, perché parlano inglese, perché ci si vive con 2 lire, perché il mio stipendio col mio telelavoro italiano qua è più che sufficiente per poter vivere da solo.

Insomma, l'idea è di costruire l'eMMe dei prossimi 30 anni. Lo farò in India? Non lo so, sinceramente. Ma non è questo il punto. Il punto è che la prima tappa di questo percorso l'ho scelta io. Da ora in poi tutto quello che mi succederà qua, o che mi succederà in Italia come diretta conseguenza del mio viaggio qua, sarà cosa mia. Mi volevo prendere la mia vita e me la sono presa.


(continua)

10/05/2006

In attesa di...

In questo momento sono in attesa. In attesa di eventi in quel di Mumbai.

Questa settimana ad ogni modo non è andata persa, perché l'ho usata per conoscere meglio la città. Cioè, non proprio tutta la città (è immensa), ma la parte che mi dicono più attiva, sicura e dinamica. Insomma, la parte "buona" della città (mica mi son scordato i chilometri di bidonville intravisti durante il tragitto verso l'aeroporto nazionale). Oggi il The Times of India titola che gli Indiani sono i più grandi corruttori internazionali del mondo, seguono i cinesi. Insomma, il futuro del mondo è già più che presente, a quanto pare.

Tornando a noi, è bello passeggiare dal Gateway of India al Churgate. Entrambi sul mare, ma il primo a est (quindi buono per l'alba che ancora non ho visto), il secondo ad ovest (...e neppure il tramonto, ora che ci penso).

E se durante la passeggiata inizia a piovere, prendi il primo taxi e con 20 rupie (35 centesimi di euro, quelli onesti che usano il tassametro) ti porta per un paio di chilometri dove vuoi in mezzo al traffico cittadino. I taxi forse sono forse la cosa più divertente di Mumbai: si imbucano ovunque, sempre al limite dell'incidente. Ogni volta non riesci a credere come abbia scansato quel frontale, o quel motociclista, o come abbia evitato di rifarsi la fiancata con quell'autobus, o come può esser riuscito a rientrare in quella carreggiata. E con che tranquillità, con che sicurezza!

Ad ogni modo la settimana d'attesa è stata più occupata del previsto, perché la ricerca di un buon posto dove dormire dopo il Ywca non è stata facilissima. L'idea è sempre quella di affittare una stanza, magari in un appartamento condiviso, ma pare che non sia cosa comunissima. L'unica stanza che ho visto, praticamente una cella di prigione, era troppo costosa per quello che offriva (20.000 rupie al mese (+ spese, da circa 4-5.000 rupie) per una stanza minuscola con finestra occupata dal condizionatore, quindi buia, con divano letto da stendere (ma dov'era lo spazio per stenderlo?) e con un bagno da comiche per quanto era piccolo. Insomma, tipo Pozzetto ragazzo di campagna, ma con molta meno tecnologia :-)

Alla fine ho trovato per caso un ottimo albergo in mezzo al Colaba Market. Abbastanza silenzioso (incredibile, visto il luogo), nuovo, pulito, stanza doppia al quarto piano, condizionatore, bagno in camera e classici servizi d'albergo a 1.000 rupie al giorno tutto compreso (tasse e servizio, 15-20%, normalmente vengono aggiunti al prezzo). Insomma per adesso va bene cosi', anche se non smetterò di cercare.

L'albergo (Hotel Shabnam) tra l'altro non era neppure segnato sulla Lonely Planet, a differenza di alcune stamberghe impresentabili.
Tra qualche giorno vi saprò dire se lo consiglierei ad un amico :-) Per adesso l'unica cosa che so è che è di proprietà di musulmani all'apparenza molto osservanti, il ché mi incuriosisce assai.